Una prima, vera vittoria |
Scritto da Antonietta M. Gatti | |
sabato 03 gennaio 2009 | |
Numero di visite: 1219 di Antonietta M. Gatti Qualche giorno fa il ministro Ignazio La Russa in una conferenza stampa ha informato di aver stanziato 30 milioni di Euro per risarcire i soldati che si sono ammalati dopo le missioni in zone belliche o in poligoni di terra e per svolgere ricerche nel settore (http://lanuovasardegna.repubblica.it/dettaglio/Il-ministro-La-Russa-ammette:-%C2%ABL-uranio-uccide%C2%BB/1567518?edizione=EdRegionale).
giornalista ha speso qualche parola in più per commentare la notizia e le sue implicazioni.
Ho lottato perché venisse riconosciuto questo aspetto della guerra e per dare soprattutto a chi non c’è più (e ne ho conosciuto personalmente tanti) il giusto riconoscimento. Se da una parte il mio impegno è stato riconosciuto e validato da persone autorevoli, dall’altra ci sono persone che stanno demolendo il mio lavoro con la calunnia e la diffamazione. Una tale dottoressa (di tutt’altro settore), che non ha mai esaminato un campione patologico, che non è mai stata al letto di morte di un soldato, che non ha mai consolato una madre che ha perso il figlio, scrive agli editori di riviste scientifiche che hanno accettato i miei lavori dopo parere favorevole dei referee, scrive alla comunità Europea chiedendo di non accettare più i miei articoli, e di chiudere i miei progetti europei che condivido con partner eccellenti europei. Questa scrive a miei amici, a miei parenti, a uffici governativi, mettendo il seme del dubbio sulla validità del mio operato, come se lei fosse la portatrice della verità. Io questa persona non l’ho mai incontrata né ho mai avuto alcun tipo di rapporto con lei, ma come si spiega che questa possiede un mio indirizzario personale? Ci sarà correlazione con lo scassinamento della mia scrivania personale all’Università o con il disinserimento dell’allarme antifurto in laboratorio? Lei sta lì a tavolino, nascosta nel suo studio universitario, nascosta da pseudonimi, ad inveire, calunniare su chi lavora in prima linea, a diffamare chi non conosce e che non le ha mai fatto alcun male. Perché? L’odio, l’astio, l’acredine, la frustrazione che traspare dai suoi scritti, fanno pensare che questa persona sia priva di pietà per chi soffre e muore. I ragazzi non sarebbero mai stati risarciti col lavoro scientifico di questa signorina. Quello che mi spaventa è che questa persona insegna a studenti che devono essere formati. Che cosa insegnerà loro se non l’odio, l’acredine, l’astio? Io preferisco lavorare per costruire un futuro migliore ai nostri figli ed insegnare loro la pietà. Pubblico integralmente questo articolo. Ricordo, se non altro per evitare ai soliti personaggi il disturbo d’inventare nuove calunnie, che la dott.ssa Gatti (mia moglie) presta da due legislature la sua opera presso la Commissione che si occupa delle malattie dei militari non solo a titolo gratuito ma a sue (nostre) spese. Chiunque è libero di fare altrettanto. Ricordo pure che, grazie anche al suo lavoro, l'Italia è oggi l'unico paese al mondo a fare tanto. Nessuno chiede una parola di ringraziamento. Sarebbe sufficiente il rispetto. (Stefano Montanari) |
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