giovedì 29 gennaio 2009

Rapporto internazionale “Green Jobs”

fonte: ISPR Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell'Ambiente
http://www.ideambienteweb.apat.i

Rapporto internazionale “Green Jobs”

Le energie rinnovabili fanno bene all’ambiente e creano posti di lavoro
di Emanuele Ticca Sono 2,3 milioni gli ecolavoratori nel mondo, potrebbero essere oltre 20 milioni nel 2030. Sono alcune delle stime contenute nel rapporto "Green Jobs. Verso lavori dignitosi in un mondo sostenibile a basse emissioni di CO2", commissionato e finanziato dall’Unep (United Nations Environment Programme) insieme a Ilo (International Labour Organization), Ioe (International Organization of Employers) e Ituc (International Trade Union Confederation). La metà degli ecolavoratori individuati dallo studio, circa 1,2 milioni, sono impiegati nel settore dei biocombustibili nei quattro paesi leader Brasile, Stati Uniti, Germania e Cina. Altri 300 mila lavoratori sono impiegati nel settore dell’energia eolica, circa 170 mila nel solare fotovoltaico, più di 600 mila nel solare termico e fra questi la maggior parte è in Cina. In Europa i Paesi con più “occupazione verde” sono Spagna e Germania, ma interessanti sono soprattutto i numeri che riguardano i Paesi emergenti o in via di sviluppo: nel settore dei riciclo, ad esempio, sono 500 mila i posti di lavoro in Brasile e ben 10 milioni in Cina e sono previsti a breve finanziamenti ingenti per l’installazione di impianti fotovoltaici e di pannelli solari in Bangladesh e in Sudafrica. "Una transizione globale verso un’economia sostenibile e con un consumo minore di CO2 - si legge nella sintesi del Rapporto - può creare un elevato numero di ecolavori nei vari settori dell’economia, diventando in tal modo un motore per lo sviluppo. La creazione di questi lavori sta avendo luogo sia nei Paesi ricchi che in alcuni Paesi emergenti e in via di sviluppo". Riguardo a questi ultimi, però, il rapporto denuncia le cattive condizioni di lavoro che molti ecolavoratori si trovano quotidianamente a subire: "devono necessariamente essere lavori dignitosi, vale a dire lavori che offrono un salario adeguato, condizioni di lavoro sicure, sicurezza del posto di lavoro, prospettive ragionevoli di carriera e rispetto dei diritti del lavoro". Di conseguenza, non sono affatto verdi e dignitosi quei lavori nel riciclaggio di materiale elettronico in Asia, o nelle piantagioni di prodotti per biocarburante in America Latina, che sfruttano i lavoratori e li privano della libertà. Considerevoli anche le previsioni a lunga durata sull’Europa contenute nel rapporto: "secondo le previsioni, entro il 2010 si creeranno 950.000 posti di lavoro a tempo pieno direttamente o indirettamente legati al settore, che saliranno a 1,4 milioni entro il 2020". Se si adottasse una strategia avanzata per le rinnovabili, questi numeri salirebbero a 1,7 milioni di posti di lavoro entro il 2010 e 2,5 milioni entro il 2020. E l’Italia? Il rapporto non parla nello specifico del nostro Paese, dove sembrano comunque essere in crescita gli investimenti imprenditoriali nel mercato della eco-sostenibilita’, dai prodotti a basso impatto ambientale alle energie rinnovabili fino all’efficienza energetica. Lo conferma in un’intervista all’AdnKronos la presidente dei giovani di Confindustria, Federica Guidi, che parla di "nascita di nuove imprese" in Italia ma anche della necessita’ "di sostenere con adeguati incentivi" lo sforzo delle aziende in questo mercato. “I settori imprenditoriali su cui si dovrebbe intervenire, continua la Guidi, con sostegni e incentivi sono quelli delle tecnologie che sono genericamente a basso impatto ambientale, relative quindi a tutto quello che fa efficienza energetica, risparmio energetico o efficienza nei motori".

(26/01/2009)

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