mercoledì 9 dicembre 2009

Il modello Emilia: soldi e favori al fratello del capo.

La Regione del presidente Vasco Errani finanzia con un milione di euro la coop di Giovanni Errani, piena di debiti. La stessa società poi costruisce uno stabilimento senza permessi. Questa volta lo aiuta il sindaco di Imola, amico di Bersani, poi promosso deputato.

Errani finanzia Errani. Vasco, presidente pd dell’Emilia Romagna (oltre che della Conferenza stato-regioni), sovvenziona il fratello maggiore Giovanni, presidente della cooperativa Terremerse aderente a Legacoop. Tutto alla luce del sole, esistono delibere, perizie, fatture in una catena di stranezze e irregolarità. Che si spiegano solamente con il collaudato sistema di potere locale che sorregge le società rosse attraverso la triangolazione istituzioni-coop-partito. Un intreccio tra politica e affari che risalta nella storia di questa cooperativa agricola di Bagnacavallo operante tra Imola e il Ravennate. A cominciare dai nomi dei protagonisti: la famiglia Errani (Vasco, Giovanni e la figlia di quest’ultimo, Linda, sindaco della vicina Massa Lombarda, paese natale di tutti e tre); Guido Tampieri, anch’egli di Massa Lombarda, ex dirigente di Cgil e Pci-Pds-Ds, ex assessore regionale all’Agricoltura, ex sottosegretario del ministro De Castro nell’ultimo governo Prodi; Massimo Marchignoli, allora sindaco di Imola, ora deputato pd.
Siamo nel 2005. Terremerse naviga nei debiti per una serie di scelte gestionali criticate da molti soci e dalla locale Confederazione italiana agricoltori. Come risollevarsi? Semplice: si chiedono soldi alla Regione e favori alle istituzioni. Approfittando del piano regionale di sviluppo rurale, la coop di Errani Giovanni progetta un nuovo stabilimento vinicolo finanziato dalla Regione di Errani Vasco per un milione di euro (su una spesa prevista di due milioni e mezzo), mentre i Comuni di Imola e Massa Lombarda trasformano in zona residenziale ad alto indice un’area produttiva di Terremerse. I terreni resi edificabili vengono successivamente acquistati da Unipol Merchant Bank, Coop Adriatica e Federcoop Ravenna. Ciliegina sulla torta, dopo qualche mese la cantina viene ceduta nonostante l’esplicito divieto della Regione.
Il 14 novembre 2005 il dirigente regionale Carlo Basilio Bonizzi (l’assessore è Tampieri) finanzia il nuovo impianto enologico stabilendo che i lavori dovranno terminare entro il 30 aprile 2006 e che il contributo sarà erogato dopo i controlli. Ma il 30 aprile i cantieri sono ancora aperti perché Terremerse non aveva ancora ottenuto dal Comune di Imola il permesso di costruire, avendolo richiesto soltanto il 28 marzo. Il milione di euro rischia di saltare. Come salvarlo? Ecco che scatta il «soccorso rosso»: il 27 aprile la coop chiede un mese di proroga, l’11 maggio la Regione concede il rinvio, il 23 maggio il Comune sblocca i lavori. La giustificazione del ritardo è spassosa: la «prolungata piovosità del periodo invernale» che ha «impedito ai mezzi meccanici di entrare sul lotto». Peccato che l’inverno 2005-06 sia stato tra i più asciutti degli ultimi anni.
Il miracolo si compie. Terremerse ottiene il permesso di costruire il 23 maggio, e il 31 dichiara formalmente alla Regione che i lavori sono ultimati. Incredibile ma vero. Una settimana per costruire un grande stabilimento vinicolo. Altro che il sottosegretario Bertolaso: Berlusconi avrebbe dovuto chiamare Giovanni Speedy Gonzalez Errani a ricostruire le case dell’Aquila dopo il terremoto, e arruolare anche il suo staff amministrativo che in un giorno solo (31 maggio) ha fatto il giro dei fornitori, ottenuto l’emissione delle fatture (tutte con la stessa data), le ha registrate e saldate con la liquidità preparata nei giorni precedenti.
Non c’è bisogno di dire che la realtà è tutt’altra. Dal rendiconto ufficiale presentato il 15 giugno risulta infatti che i lavori sono iniziati il 22 febbraio, tre mesi prima che fossero autorizzati. Da notare che il Comune aveva imposto una serie di opere preliminari, tra cui «i preventivi adempimenti per le costruzioni in zone sismiche». Sono stati davvero eseguiti? Il dubbio è fortissimo. Anche perché Terremerse non fornisce neppure il certificato di agibilità e conformità edilizia che era tenuta a presentare assieme al rendiconto e alla dichiarazione di fine lavori. Una inadempienza clamorosa. Ma la Regione chiude un occhio, anzi tutti e due, e il 20 giugno Bonizzi attesta che «tutti i termini previsti sono stati rispettati».
Qualcuno però si accorge che non tutto è a posto. Così, poche settimane dopo, si corre ai ripari con un provvedimento confezionato dall’assessore Tampieri su misura per la coop che tanto sta a cuore alla famiglia Errani. La delibera di giunta del 4 settembre (votata anche dal governatore) prevede che i lavori possono considerarsi conclusi «anche in assenza della documentazione relativa alla certificazione di conformità edilizia e agibilità delle opere realizzate». Quel certificato sarà depositato l’11 gennaio 2008. Terremerse è salva, il contributo pure.
Come mai mancava l’agibilità? Negligenza del Comune di Imola? Niente affatto. Il motivo è diverso: i lavori erano ancora in corso e nessuna certificazione di conformità edilizia poteva essere chiesta. L’istanza viene depositata il 7 agosto 2007. Riepiloghiamo: la coop di Errani ha iniziato i lavori senza permessi (e il Comune imolese si è ben guardato dall’interromperli, sanzionare la coop e segnalare l’abuso in procura); li ha completati largamente oltre il termine; ha violato svariate clausole, tuttavia con l’aiuto della Regione guidata da Errani junior è riuscita a incassare un milione di euro.
Ma c’è dell’altro. Terremerse si era impegnata «in modo pieno e incondizionato» a non distogliere dalla prevista destinazione per almeno dieci anni gli immobili e gli impianti, e per almeno cinque anni le attrezzature mobili e i macchinari beneficiari del contributo, pena la perdita dei soldi. Che cos’ha fatto invece Errani senior? Ha ceduto le attività vitivinicole (compresa la struttura finanziata dalla Regione) alla neonata cooperativa Terre Imolesi, che a sua volta è stata fusa con la coop faentina Copa nella Cantina dei colli romagnoli. Nulla di tutto questo è stato comunicato alla Regione e il contributo è rimasto nelle casse della società presieduta dal fratello del governatore. La Regione sorvola anche quando Terremerse evita di dichiarare la produzione vitivinicola dell’anno 2006/2007. Si ripete un copione già visto: nulla da dichiarare, nulla era stato prodotto perché il cantiere della cantina pagata dalla Regione era ancora aperto. Non era stato vendemmiato neppure un grappolo d’uva.
La coop di Giovanni Errani non poteva rinunciare a quel milione. Essa perdeva dai 6 ai 7 milioni di euro all’anno che un trucco contabile consentiva di nascondere. Terremerse infatti all’occorrenza vendeva immobili - con plusvalenza - a una sua controllata, la Unagro srl, senza pagare il corrispettivo: in questo modo i crediti compensavano i debiti. Per esempio, il bilancio di Terremerse al 31 dicembre 2004 registra un credito di 2.604.000 euro per un bene ceduto e non pagato.
A sua volta, l’immobiliare Unagro è stata trasferita per circa 14 milioni di euro a Federcoop di Ravenna, Unipol Merchant Bank e Sara (società controllata da Coop Adriatica), a un prezzo molto inferiore a quello di mercato, in barba al principio dell’indivisibilità del patrimonio delle cooperative a mutualità prevalente. I consiglieri di amministrazione di Unagro hanno appreso dell’operazione soltanto al momento della cessione delle quote.
Ma nemmeno questo vorticare di soldi e di terreni raddrizza la pericolante situazione finanziaria della società di Giovanni Errani. Occorrono nuovi capitali. E l’iniezione tocca agli enti locali amministrati da parenti e compagni di partito. Il Comune di Imola rende edificabile l’area dell’ex stabilimento di via Cavina facendogli assumere un valore sui 17 milioni di euro. I maligni mormorano che sia stata questa operazione a garantire all’allora sindaco Marchignoli, grande amico di Vasco Errani e di Pierluigi Bersani, la promozione in Parlamento. E anche il Comune di Massa Lombarda (sindaco Linda Errani, figlia di Giovanni) regala l’edificabilità a un’area di circa 6mila metri quadrati che ospitava celle frigorifere.
Ci pensa poi Tampieri, divenuto nel frattempo sottosegretario alle Politiche agricole del governo Prodi, a tappare altri buchi. Appena insediato alla Direzione generale controllo qualità del ministero, stipula con Terremerse una convenzione per il progetto «Territori e mercati in rete». Di fatto è un modo per scaricare costi del personale tecnico e amministrativo di Terremerse sul dicastero: pare che numerose firme di dipendenti non siano autentiche e che altri abbiano firmato senza che venisse loro spiegata la vera ragione. L’operazione valeva altri tre milioni di euro in tre anni.
Dal bilancio 2008, infine, emerge un ultimo dato: l’ingresso di due soci sovventori con un apporto di un milione di euro ciascuno. Sono due persone fisiche: il presidente Gianni Errani e il nuovo amministratore delegato Oriano Mezzetti. Da dove proviene tutto quel denaro fresco?

di Stefano Filippi (© IL GIORNALE ON LINE)

lunedì 23 novembre 2009

Convegno sui sistemi di filtraggio dell'aria nelle nostre città: Il Sistema Luft

Sabato 28 Novembre 09
Sala Conferenze “ G. Ulivi ” Istituto storico di Modena
Via Ciro Menotti, 137 41121 Modena


Presentato da

Andrea Lucchetta

Relatori

Ing. Erik Faggin
Resp. C. Ruth Pastorello
Dott. Stefano Montanari



Inizio ore 10:30 Il Sistema Luft

ore 12,30 Pausa Buffett

ore 14:00 Le vostre domande



E' possibile confermare la propria partecipazione su FACEBOOK
http://www.facebook.com/home.php#/event.php?eid=178424135853&ref=mf

sabato 21 novembre 2009

RIFIUTI ZERO sogno idealistico o goal realizzabile?

“Considerate questo: le formiche del Pianeta, nell’ insieme, hanno
una biomassa maggiore di quella degli esseri umani. Sono state
incredibilmente industriose per milioni di anni, tuttavia la loro
produttività nutre le piante, gli animali e il suolo. L’ industria umana
ha funzionato a pieno regime per poco più di un secolo e in questo
pur breve lasso di tempo ha rovinato praticamente tutti gli ecosistemi
della Terra. Non è la natura che ha un problema di progettazione.
Siamo noi.”
dibattito aperto con esperti di fama mondiale

PAUL CONNETT
Professore Emerito di Chimica Ambientale
St. Lawrence University Canton New York

GIANNI TAMINO
Docente di Biologia
Università degli Studi di Padova

LUNEDI’ 14 DICEMBRE
ore 21
Teatro Due
Viale Basetti 12 - Parma

mercoledì 1 luglio 2009

Rifiuto: riduco e riciclo per vivere meglio

Lunedì 6 luglio ore 21.15 Rimini, Bagno 63 Vittorio
Stefano Montanari presenta il suo libro Rifiuto: riduco e riciclo per vivere meglio (Macro Edizioni), ovvero come gestire in maniera intelligente i nostri rifiuti. Dall'emergenza rifiuti in Campania alla verità sugli impianti di incenerimento. Dalla raccolta differenziata porta a porta alla strategia Rifiuti Zero. Tutta la verità e nient'altro che la verità sulla "questione rifiuti" in Italia.

venerdì 15 maggio 2009

Morire a norma di legge - Nanopatologie e inquinamento da metalli pesanti - Le nuove malattie per cui moriamo

Venerdì 15 Maggio dalle 16.30 alle 18.00 in diretta su punto radio
Antonio Amorosi conduce

Morire a norma di legge - Nanopatologie e inquinamento da metalli pesanti - Le nuove malattie per cui moriamo

Venerdì 15 Maggio dalle 16.30 alle 18.00 ospiti in studio
Matteo Dall’Osso malato di Sclerosi Multipla scopre di essere fortemente intossicato ai metalli e da allora è rinato;
La dottoressa Antonietta Morena Gatti dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ideatrice e coordinatrice del progetto europeo Nanopathology

diretta web su www.puntoradio.tv



Per telefonare in diretta 051 6389117
oppure sms 331 6645486

lunedì 27 aprile 2009

COME TRASFORMARE I RIFIUTI DA PROBLEMA A RISORSE


COME TRASFORMARE I RIFIUTI DA PROBLEMA A RISORSE

Gli studenti riminesi discutono del ciclo dei rifiuti e della sua gestione virtuosa

Martedi 28 aprile 2009 alle ore 10 presso l’Aula magna dell’Istituto Tecnico per il Turismo, viale Regina Margherita, 20 si terrà un incontro degli studenti delle scuole medie superiori di Rimini sul tema della gestione dei rifiuti.

In particolare verrà illustrato e discusso il progetto “da rifiuti a Risorse”, inerente alla gestione virtuosa dei rifiuti prodotti nella scuola e negli uffici Pubblici. Durante l’incontro verranno anche presentate esperienze di successo realizzate o in via di realizzazione nel nostro paese.

Partecipano all’incontro Carla Poli, direttrice del Centro Riciclo “Vedelago” (TV), Gianluigi Salvador, referente Energia e Rifiuti WWF del Veneto, Stefano Montanari, Direttore del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena.

L’incontro è aperto ai docenti, agli studenti e a tutti i cittadini interessati al tema.

venerdì 13 marzo 2009

La Salute Rifiutata il video

per chi non è riuscito a venire
per chi non l'ha saputo "grazie" alla omertà dei media (tranne L'informazione e Modena Radio City)
il video della conferenza lo trovate qui
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Search&testo=la+salute+rifiutata&tipo=testo

Intervento di: Stefano Montanari e Carla Poli http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11384


Intervento di: Stefano Montanari http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11383


Intervento di: Carla Poli http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11381


Intervento di: Gianluigi Salvador http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11380


Intervento di: D.ssa Antonietta Gatti http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11379


Intervento di: Dr Michelangiolo Bolognini http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=11378

venerdì 6 marzo 2009

I° Incontro Lista Civica per Nonantola

I° Incontro Lista Civica per Nonantola

Quando: 10 marzo 2009 20.30

Ex spogliatoi del Campo Sportivo
via Maestra di Redù, 46
Nonantola, MO


"le amministrative di Nonantola si avvicinano e stiamo pensando di dar vita ad una lista civica "APARTITICA" che abbia nel suo programma la salvaguardia della salute pubblica, il rispetto dell'ambiente e della Costituzione e tutto ciò che vorremo decidere insieme. Si tratta di dare un'alternativa, a Nonantola, al vecchio sistema politico dei partiti corrotti siano essi di destra, sinistra o centro, che stanno mettendo al bando il rispetto dell'ambiente e dell'uomo. Non vogliamo creare una "lista civetta" che di nascosto appoggi un partito o l'altro, ma una vera alternativa per Nonantola"... (Giorgia Gandolfi)

..."La mia proposta è di riunire un gruppo di persone di buona volontà la cui
sola ambizione sia quella di remare nel verso giusto, vale a dire quello di
tirare a riva una barca che sta facendo abbondantemente e vistosamente
acqua. Per quello che so fare, io sono disponibile.
Se non ci proviamo, non avremo fatto il nostro dovere".

domenica 1 marzo 2009

URGENTE: volontari a Nonantola (Mo) e Modena cercasi

Per il Bene Comune si sta organizzando per presentare delle Liste Civiche alle prossime Elezioni Amministrative di giugno nei Comuni di Nonantola (MO) e Modena.

Chiunque abbia voglia di dare una mano contatti me o Monia entro la fine della prossima settimana (sabato 7 marzo).

Cristiano Gamberini
cell 3938349995
e-mail: cristianogamberini@yahoo.it

venerdì 20 febbraio 2009

Per il Bene Comune incontra i Cittadini

Per il Bene Comune
incontra i Cittadini
Mercoledì 25 febbraio 2009 (ore 21)
c/o “Quattrocento”
via Batarra, 17 - Rimini

parliamo insieme di

Liste Civiche:
organizziamoci sul territorio
Costruiamo un programma
partecipato

saranno presenti
Monia Benini e Fernando Rossi

http://movement.meetup.com/60/it/calendar/9762218/

venerdì 13 febbraio 2009

Strade al piombo e polveri da incenerimento

L'amministrazione provinciale di Modena si è comprata un pezzo di foresta

MODENA - L'amministrazione provinciale di Modena si è comprata un pezzo di foresta tropicale in Costarica. Un "trucco", secondo la procura della Corte dei Conti, per compensare con i "crediti ecologici" del protocollo di Kyoto "il mantenimento di un livello più elevato di inquinamento in ambito locale".

Le procedure previste dal protocollo sono ancora tutte da decifrare, potrebbero indurre Stati o imprese inquinanti a "nascondere" oltre il dovuto le proprie emissioni sotto il tappeto di progetti e finanziamenti ai paesi più "puliti" del Terzo Mondo, come temono i critici dell'accordo di Kyoto. La Provincia di Modena ogni tanto manda Oltreoceano le proprie guardie ecologiche, che hanno preso pure dei premi, per controllare e custodire la lussureggiante foresta di Dona Karen. A Modena è arrivato in vista ufficiale persino il viceministro costaricano Jorge Rodriguez, ma la Procura contabile di Bologna non ci vede chiaro. Accusa la Provincia di aver speso male i soldi pubblici e chiede di risarcire il danno fatto ai cittadini: l'aria pura del Costarica non arriva ai modenesi. Richiede 26 mila euro: 20 mila serviti per pagare cento ettari di alberi, 6 mila per le spese sostenute nel viaggio inaugurale, con seguito di giornalisti.

È un risvolto contabile di una vicenda che coinvolge i paesi di tutto il mondo, ma anche imprese, associazioni, singoli, nella lotta all'effetto serra. La Provincia di Modena nel 2003 si è inserita in questa battaglia per la salvezza del pianeta, ma da prima della classe che voleva fare una bella figura mondiale, si vede ora rimproverare di non badare alla difesa ambientale locale. Per il pm contabile Paolo Novelli, la procedura seguita è, per cominciare, del tutto sbagliata e amministratori e funzionari hanno collezionato una serie di pasticci. La Provincia non poteva dare come contributo il denaro all'Associacion Ecologica de Paquera Lepanto y Cobano, che in Italia non è riconosciuta. Quel denaro era stato messo in un capitolo di spesa definito "Acquisto di foresta tropicale", poi però è finito in mezzo a "contributi qualificazione aree protette Provincia di Modena". Questo andirivieni nasconderebbe per la Procura il fatto che il contributo non è stato messo a bando, perché rischiava così di non arrivare alle Guardie ecologiche, garanti del "progetto Costarica".


Gli avvocati dei funzionari della Provincia sostengono che "la tutela delle foreste, anche a livello internazionale, assicura la salvaguardia del clima terrestre, con conseguente beneficio di tutti gli abitanti della Terra compresi quelli della Provincia di Modena". Il procuratore replica invece che "la comunità modenese avrebbe pagato quel beneficio mantenendo un livello più elevato di emissioni inquinanti, una minore conservazione del patrimonio ambientale locale". Un danno "specifico" contro "un generico beneficio mondiale", ottenuto con una procedura "nemmeno conforme al protocollo di Kyoto".

lunedì 2 febbraio 2009

Quando la politica lascia comandare Hera.

pubblichiamo da RAVENNA VIVA
http://www.fotoaeree.com/

Ravenna Viva - Pubblicato il Febbraio, 1 alle 11:23 am da gbenx

Quando la politica lascia comandare Hera.

Ravenna P.zza A.Costa

Il 26 gennaio sono iniziati i lavori per la realizzazione della prima isola interrata in piazza Andrea Costa. Altre quattro sono previste sempre nel centro cittadino.La politica di questa giunta in merito alla gestione della raccolta rifiuti a Ravenna è fallimentare. Ecco perchè:
1) Spacciate come risolutive per il decoro urbano, le Isole Ecologiche porteranno esclusivamente ulteriore cementificazione del centr urbano e disagi per i cittadini senza incrementare la raccolta differenziata e il recupero di materia. Quando saranno abbandonate perché inutili, come successo da tutte le parti dove sono state precedentemente installate, rimarranno a perenne ricordo degli ingenti capitali (500.000 euro di danaro pubblico ciascuna) buttati in questa inutile impresa. A Forlimpopoli la raccolta differenziata, con altri metodi come il porta-a-porta, ha raggiunto l’85%. E un eccezionale risultato nella politica di RIDUZIONE DEI RIFIUTI ! Perchè c’era la volontà e la sensibilità per farlo!

2) La raccolta differenziata viene dichiarata a più del 50%, mentre per stessa ammissione dei tecnici HERA, la separazione dei rifiuti urbani non supera la soglia del 35%, che è il valore classico di letteratura dato per la raccolta a cassonetti. Il 50% viene raggiunto per l’immenso apporto di macerie, sfalci di potatura e rifiuto assimilato che nulla hanno a che vedere con il rifiuto urbano.

3) L’assessorato all’ambiente ha scelto di non coinvolgere i cittadini sulle tematiche ambientali preferendo sostenere la fallimentare linea del gestore Hera,

4) Basterebbe uscire dalla Romagna, o fare una semplice ricerca su internet, per accorgersi quanto sia antiquato il sistema Hera che l’Assessorato appoggia.

I rifiuti devono essere “gestiti” non smaltiti con aumento a dismisura dei costi.

5) Per effetto della mancanza di un governo della raccolta, e relativo aumento dei rifiuti da smaltire, la discarica di via Romea sarà esaurita entro il 2020. Questo porterà inevitabilmente all’apertura di una nuova discarica i cui costi si sommeranno a quelli di gestione post mortem delle attuali.



In definitiva la politica attuale porta all’accumulo di un grosso debito che dovrà essere pagato tra 10-15 anni e che ci porterà in una condizione di grande svantaggio rispetto a quei comuni che con più lungimiranza hanno capito che non si può ignorare che il problema rifiuti è sempre più centrale nella nostra società. Sarà forse un caso che il candidato sindaco di Forlì che ha inserito nella sua campagna elettorale la promessa di una raccolta differenziata di alto livello (porta-a-porta in tutta la città; come Forlimpopoli per intenderci) ha vinto le primarie?

Isole ECOLOGICHE? ; guardate cosa succede in centro a Bologna; non ne hanno più costruite! (foto di Legambiente) :




Con i soldi che si spendono in 5 isole ecologiche interrate si sarebbe potuto organizzare il porta a porta in tutta la città con il benificio della riduzione delle tariffe, della riduzione dei rifiuti, di un’alta percentuale di raccolta differenziata (oltre l’80%), il recupero di spazio urbano (scomparsa dei cassonetti) e di decoro.
MA HERA NON VUOLE!!!

…e allora: chi comanda?

W la Democrazia, W la Libertà, W la Partecipazione, W il Libero Municipio!

Comitato per la salvaguardia della salute pubblica a Nonantola

Comitato per la salvaguardia della salute pubblica a Nonantola


Comunicato stampa N. 23 del 12 Gennaio 2009

Diossine, flussi diurni di polveri grigiastre vaganti nell’aria che provocano bruciori ai polmoni, striscie bianche notturne che sovrastano l’abitato e ancora flussi di sostanze dense anche chimiche, che raggiungono l’abitato nelle prime ore del mattino, sforamenti dei limiti di legge delle PM10 diramati da ARPA. Abbiamo chiuso male il 2008 ed iniziato ancor peggio questo che si preannuncia un disastroso 2009 : la vita a Nonantola sta diventando sempre più insostenibile.

Si dirama il seguente comunicato stampa, con preghiera di massima diffusione.
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Martedì 12 Gennaio è trascorso a Nonantola all’insegna di ormai consolidate e annose abitudini. Chi alle 14,30 circa transitava in Via di Mezzo, prima di giungere alla frazione “Casette” era investito da una esalazione tossica che saturava l’abitacolo provocando intontimento e fastidi alle vie respiratorie. Alle 17 circa una densa coltre grigiastra sovrastava Nonantola e la sua periferia. Transitando nei pressi di piazza Guido Rossa, in via 2 Gigno e sulla via Mavora per poi addentrandosi nel quartiere ovest di Nonantola, si accusavano bruciori ai polmoni e la respirazione si faceva affannosa, quasi come se si fosse ingerito qualcosa di incandescente. Lunedì 11 Gennaio, transitando da Gazzate alle ore 21 circa, ci si immergeva in una densa nube tossica, acre, che finiva per permeare l’abitacolo dell’auto creando fastidi. Ma il “buon anno” ufficiale lo abbiamo ricevuto mercoledì 7 gennaio, in occasione della intensa nevicata che ha interessato l’intera Provincia. Anziché ripulire un po’ l’aria abbattendo gli inquinanti, maltempo e neve hanno invece portato all’ennesimo sforamento dei limiti di legge delle micidiali polveri sottili presenti nell’aria. I dati pubblicati da ARPA parlano chiaro. In sette giorni piovosi/nevosi 4 sforamenti dei limiti di legge delle PM10. Nella media delle 24 ore a Nonantola come in via Giardini a Modena ( i valori si equivalgono, come da raffronti di dati ufficiali ARPA ) lo sforamento è stato quantificato in 81 µg/m3, quando il limite previsto a norma di legge è fissato a 50 µg/m3. Siamo alla follia se si pensa che i dati si riferiscono alla media delle 24 ore: e durante i picchi? Quante sostanze tossiche sono finite nei polmoni dei nonantolani e dei modenesi il 7 gennaio 2009? Sciolta la neve, sul tettuccio delle auto è rimasta una densa coltre nera, a tratti puntiforme e un po’ oleosa.
Del resto giovedì 8, venerdì 9, lunedì 10 gennaio, tra le 6 e le 6,45, Nonantola si è risvegliata sotto una densa coltre grigiastra, acre, che ha provocato problemi alle vie respiratorie. Alle ore 14,30 circa del 2 gennaio scorso una potente nube tossica avente lle inconfondibili caratteristiche della combustione gassosa è precipitata in piazza Liberazione, provocando sintomi da intossicazione ad alcuni residenti. Alle ore 23 circa della tersa e gelida serata di Santo Stefano, una gigantesca nube biancastra insisteva sulle frazioni di Redù, Rubbiara, Gaggio protesa verso Castelfranco Emilia. Altra degenerazione degna di nota quella verificatasi il 27 Dicembre 2008, quando alle10,10 circa poi alle 11,10 un tremendo puzzo di sostanze plastiche bruciate ha permeato l’aria e successivamente, tra le 12 e le 12,10, da Nonantola si notava ad occhio nudo un pennacchio nero fuoriuscire a singhizzi dall’inceneritore di Modena *. Micidiale il cocktail che abbiamo inalato, a predominante base di plastiche e gomma bruciata. Atmosfera densa, fastidiosa: aria irrespirabile.
Come dimenticare poi, infine il Natale 2008. Nella prima mattinata della sua Vigilia, Nonantola e la sua periferia sono state raggiunte da intensi flussi di esalazioni grigiastre acri, che dalle 18,30 circa in poi hanno assunto il “ gusto” di bruciato; plastiche incenerite o qualcosa di simile. Identici gli areosol subiti alle ore 9,30 circa del 25 Dicembre. Uscendo da Nonantola in direzione Modena e fino a Torrazzi, intense folate tossiche riconducibili prevalentemente a sostanze plastiche bruciate ( diossina ) hanno provocato gravi fastidi alle vie respiratorie.
Riteniamo che la situazione attuale sia molto preoccupante e che rappresenti ormai una vera e propria minaccia per la salute e l’incolumità della popolazione, soprattutto per i bambini. A tale proposito invitiamo ancora una volta le autorità Provinciali competenti e le Amministrazioni locali ad assumere immediati ed adeguati provvedimenti cautelativi e risolutivi. Devastante la recente decisione di ARPA di non monitorare più sul territorio Nonantolano le diossine presenti in atmosfera.

giovedì 29 gennaio 2009

Modena sesta fra le città cementificate

fonte Gazzetta di Modena 29/01/2008

Modena sesta fra le città cementificate

Un altro primato che, visti i progetti ediflcatori dell’amministrazione comunale
su cui tanto si discute, rischia di rinfocolare le polemiche. Modena è una delle città più
cementificate d’italia. Nella top ten deli’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ri-
cerca ambientale del Ministero dell’ambiente), la nostra città occupa Il sesto
posto in una classifica che. tiene conto della cementificazione in rapporto al numero di abitanti.
E’ vero che questo studio tiene conto di tutto quanto è cemento, e quindi nelle città più piccole la superficie occupata da strade, parcheggi, attività industriali, pesa di ~iu.
Ma quello che balza ali occhio è la quantità di cemento che viene “assegnata” ad ogni abitante.
Ad ogni modenese ne toccano in sorte 353 metri quadri.
Sempre secondo fonte ministeriale, negli ultimi otto anni è stato sparso tanto cemento quanto neidieci precedenti. Sempre ad avviso di Ispra, i costruttori edili più che nuove case, dovrebbero dedicarsi a ristrutturare gli immobili esistenti per migliorarne refficienza energetica rispetto alle nuove tecnologie e agli standard previsti
Una posizione che a Modena sarà condivisa da molti, ma non dall’amministrazione.

Rapporto internazionale “Green Jobs”

fonte: ISPR Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell'Ambiente
http://www.ideambienteweb.apat.i

Rapporto internazionale “Green Jobs”

Le energie rinnovabili fanno bene all’ambiente e creano posti di lavoro
di Emanuele Ticca Sono 2,3 milioni gli ecolavoratori nel mondo, potrebbero essere oltre 20 milioni nel 2030. Sono alcune delle stime contenute nel rapporto "Green Jobs. Verso lavori dignitosi in un mondo sostenibile a basse emissioni di CO2", commissionato e finanziato dall’Unep (United Nations Environment Programme) insieme a Ilo (International Labour Organization), Ioe (International Organization of Employers) e Ituc (International Trade Union Confederation). La metà degli ecolavoratori individuati dallo studio, circa 1,2 milioni, sono impiegati nel settore dei biocombustibili nei quattro paesi leader Brasile, Stati Uniti, Germania e Cina. Altri 300 mila lavoratori sono impiegati nel settore dell’energia eolica, circa 170 mila nel solare fotovoltaico, più di 600 mila nel solare termico e fra questi la maggior parte è in Cina. In Europa i Paesi con più “occupazione verde” sono Spagna e Germania, ma interessanti sono soprattutto i numeri che riguardano i Paesi emergenti o in via di sviluppo: nel settore dei riciclo, ad esempio, sono 500 mila i posti di lavoro in Brasile e ben 10 milioni in Cina e sono previsti a breve finanziamenti ingenti per l’installazione di impianti fotovoltaici e di pannelli solari in Bangladesh e in Sudafrica. "Una transizione globale verso un’economia sostenibile e con un consumo minore di CO2 - si legge nella sintesi del Rapporto - può creare un elevato numero di ecolavori nei vari settori dell’economia, diventando in tal modo un motore per lo sviluppo. La creazione di questi lavori sta avendo luogo sia nei Paesi ricchi che in alcuni Paesi emergenti e in via di sviluppo". Riguardo a questi ultimi, però, il rapporto denuncia le cattive condizioni di lavoro che molti ecolavoratori si trovano quotidianamente a subire: "devono necessariamente essere lavori dignitosi, vale a dire lavori che offrono un salario adeguato, condizioni di lavoro sicure, sicurezza del posto di lavoro, prospettive ragionevoli di carriera e rispetto dei diritti del lavoro". Di conseguenza, non sono affatto verdi e dignitosi quei lavori nel riciclaggio di materiale elettronico in Asia, o nelle piantagioni di prodotti per biocarburante in America Latina, che sfruttano i lavoratori e li privano della libertà. Considerevoli anche le previsioni a lunga durata sull’Europa contenute nel rapporto: "secondo le previsioni, entro il 2010 si creeranno 950.000 posti di lavoro a tempo pieno direttamente o indirettamente legati al settore, che saliranno a 1,4 milioni entro il 2020". Se si adottasse una strategia avanzata per le rinnovabili, questi numeri salirebbero a 1,7 milioni di posti di lavoro entro il 2010 e 2,5 milioni entro il 2020. E l’Italia? Il rapporto non parla nello specifico del nostro Paese, dove sembrano comunque essere in crescita gli investimenti imprenditoriali nel mercato della eco-sostenibilita’, dai prodotti a basso impatto ambientale alle energie rinnovabili fino all’efficienza energetica. Lo conferma in un’intervista all’AdnKronos la presidente dei giovani di Confindustria, Federica Guidi, che parla di "nascita di nuove imprese" in Italia ma anche della necessita’ "di sostenere con adeguati incentivi" lo sforzo delle aziende in questo mercato. “I settori imprenditoriali su cui si dovrebbe intervenire, continua la Guidi, con sostegni e incentivi sono quelli delle tecnologie che sono genericamente a basso impatto ambientale, relative quindi a tutto quello che fa efficienza energetica, risparmio energetico o efficienza nei motori".

(26/01/2009)

giovedì 22 gennaio 2009

COMUNICATO Comitato per la salvaguardia della salute pubblica a Nonantola (mo)

Comitato per la salvaguardia della salute pubblica a Nonantola


Comunicato stampa N. 24 del 20 gennaio 2008


Gentili relatori, gentili presenti,

noi riteniamo che incontri pubblici come quello di questa sera ( 20 gennaio 2009 presso Teatro Massimo Troisi in Nonantola ) con la partecipazione di due esperti quali Andrea Segré e Luca Lombroso siano molto utili e positivi.
E’ vero: “anche se ormai i cittadini di Nonantola sono esperti in raccolta differenziata, può essere sempre utile cogliere interessanti occasioni per aggiornarsi e trovare nuovi stimoli per proseguire con convinzione questo basilare comportamento civico”, così è stata presentata la serata all’opinione pubblica.
Il temi discussi questa sera, fra i quali:
il recupero della merce in scadenza,
l’acquisto di prodotti per ridurre gli impatti ambientali,
le buone pratiche agricole che aiutano l'ambiente,
l'importanza del compostaggio e del ritorno al suolo della sostanza organica,
e quello dei rifiuti:
l’operato ed i progetti di Sorgea, la filiera del recupero, del riutilizzo e dello smaltimento dei rifiuti,al fine di ridurre il più possibile gli impatti ambientali legati alla loro gestione, sia in termini di risparmio di risorse materiali ed energia, nonché di minore inquinamento locale e globale;
sono di primaria importanza, anche e soprattutto a livello provinciale e locale.

Ma dobbiamo qui evidenziare una profonda CONTRADDIZIONE nel modo di operare nel Comune di Nonantola e di quelli limitrofi di Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Castelfranco Emilia e Ravarino.
Mentre si promuovono e si divulgano queste attività volte alla sensibilizzazione nei confronti della raccolta differenziata dei rifiuti, si contribuisce fattivamente a dare via libera, esprimendo parere positivo, al raddoppio dell’inceneritore HERA di Modena. Fra un paio di mesi da 120.000 tonnellate di rifiuti all’anno, su di noi, ne saranno bruciate “anche per fare profitto” (come ha affermato in questa stessa sala l’assessore provinciale all’ambiente) ben 240.000: quantità sproporzionata rispetto la nostra realtà ed ingiustificata a livello europeo.
I Comuni che hanno espresso attraverso i loro Sindaci questo parere favorevole saranno quelli maggiormente interessati per quasi 20 anni dalla ricaduta delle sostanze tossico/chimiche organiche ed inorganiche da esso emesse in atmosfera (acidi, diossine, metalli, polveri e nanopolveri etcc.. ).




Parere positivo espresso:
senza tenere conto che i Comuni come il nostro si trovano in uno dei luoghi più inquinati d’Europa ( gli ultimi dati forniti da ARPA ne sono la riprova );
senza tenere in considerazione il parere negativo espresso al riguardo e con forza dell’Ordine dei Medici della povincia di Modena e dell’ intera Regione Emilia Romagna;
senza tenere conto che le statistiche compiute in merito all’impatto sulla salute causato dagli inceneritori in Italia ed in Europa dal 1996 ad oggi attestano inequivocabilmente l’incremento di patologie croniche e malattie incurabili;
e soprattutto,
- senza tenere conto del parere dei cittadini Nonantolani.

In occasione del recente rinnovo degli arredi urbani del centro storico si sono promossi incontri pubblici per raccogliere pareri fra la cittadinanza, mentre sul tema del raddoppio dell’inceneritore di Modena che vede anche Nonantola fra i comuni più a rischio non si è, ne sentita la cittadinanza, né convocato un Consiglio Comunale dedicato. Cadute nel vuoto tutte le nostre richeste, sostenute da 1.200 cittadini e quelle di altri Comitati locali.


L’ambiente e la salute sono temi correlati e complessivi, che non riguardano singole comunità chiuse in compartimenti stagni, ma fanno parte di una strategia complessiva di interventi e di comportamenti singoli e collettivi.

Il Comitato pertanto chiede ufficialmente che sia a breve convocato un Consiglio Comunale aperto e con diritto di parola a tutta la cittadinanza avente all’ordine del giorno il tema del “Raddoppio dell’inceneritore di Modena” su cui la collettività ha il diritto di esprimersi.


Il presente comunicato è stato letto in sala alla presenza delle autorità locali.

martedì 13 gennaio 2009

Una prima, vera vittoria

dal Blog di Stefano Montanari pubblichiamo

Una prima, vera vittoria PDF Stampa E-mail
Scritto da Antonietta M. Gatti
sabato 03 gennaio 2009

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di Antonietta M. Gatti

Qualche giorno fa il ministro Ignazio La Russa in una conferenza stampa ha informato di aver stanziato 30 milioni di Euro per risarcire i soldati che si sono ammalati dopo le missioni in zone belliche o in poligoni di terra e per svolgere ricerche nel settore (http://lanuovasardegna.repubblica.it/dettaglio/Il-ministro-La-Russa-ammette:-%C2%ABL-uranio-uccide%C2%BB/1567518?edizione=EdRegionale).


Si è ufficialmente riconosciuto che questi soldati sono stati esposti “all’Uranio impoverito ed alle nanoparticelle”. Il ministro della Difesa ha riconosciuto che i soldati si sono ammalati dopo aver subito un’esposizione a quello che io ho chiamato inquinamento bellico.


Il lavoro che ho svolto nelle Commissioni della XIV e XV legislatura insieme ad altri è stato riconosciuto come valido ed è stato accettato il concetto che le esplosioni di bombe ad alta tecnologia (Uranio impoverito ma anche al Tungsteno) creano temperature di combustione molto elevate (> 3.000°C) che aerosolizzano tutta la materia del bersaglio, creando poi polveri di dimensioni anche submicroniche (nano) che possono venire inalate o ingerite con cibo contaminato da questo inquinamento. Gli esperimenti che ho fatto a Baghdad hanno confermato la creazione di nanoparticelle anche dopo l’esplosione di ingenti accumuli di bombe tradizionali.


I soldati e/o le loro famiglie verranno quindi risarciti per queste patologie contratte sul luogo di lavoro. E’ stato poi riconosciuto che anche nei poligoni di tiro ci si può ammalare per le stesse ragioni.


A mio parere i giornali hanno riportato la notizia in maniera frettolosa. Nessun

giornalista ha speso qualche parola in più per commentare la notizia e le sue implicazioni.


Ciò che hanno fatto il ministro La Russa ed il suo entourage è qualcosa che va ben al di là del mero compenso economico. Ha ridato una dignità a questi soldati, cosa che non ha valore venale.


In pratica si è ammesso che ci sono proiettili invisibili che uccidono anche in modo ritardato e che quindi il soldato che si è ammalato in patria è un eroe al pari di chi è morto in un attentato o colpito da un proiettile in zona operativa. Il nostro governo ha riconosciuto che anche questi ragazzi, morti fra mille sofferenze in un letto d’ospedale, hanno servito il proprio paese in modo esemplare fino all’ultimo e non sono diversi di chi ha lasciato la vita per una bomba o un proiettile in Iraq, in Afghanistan o nei Balcani.


L’inquinamento bellico crea nanopolveri che sono proiettili invisibili e questi non hanno confini. A mio parere, a differenza dei proiettili convenzionali, queste nanoparticelle sono molto democratiche, dato che colpiscono tutti indifferentemente, anche colui che ha buttato le bombe dalla cui combustione queste hanno avuto origine. Ovviamente le nanoparticelle creano un inquinamento ambientale a cui sono esposti anche i civili che vivono nella zona, ma che può influire in modo profondo anche sulla fauna e sulla flora.
Si è finalmente ammesso che le patologie sviluppatesi in seguito alle missioni in zone di guerra in soldati che erano risultati idonei dal punto di vista medico non sono solo psicologiche come era stato ipotizzato: da stress.


A questa conclusione sono arrivati anche gli Americani in un rapporto del novembre scorso, le associazioni dei veterani hanno ammesso che lo stress può essere una concausa ma che le patologie sono altro. Primariamente, visto che i reduci della prima Guerra del Golfo accusavano sintomi anche neurologici, i medici avevano pensato che lo stress bellico fosse la causa primaria della sintomatologia. Ora si riconosce che i soldati sono affetti da una diversa patologia che per la sua complessità è stata chiamata sindrome, cioè un insieme di sintomi e segni clinici diversi. La sindrome del Golfo è diversa da quella dei Balcani, ma entrambe possono portare, anche in tempi lunghi, alla morte.

Ho lottato perché venisse riconosciuto questo aspetto della guerra e per dare soprattutto a chi non c’è più (e ne ho conosciuto personalmente tanti) il giusto riconoscimento.

Se da una parte il mio impegno è stato riconosciuto e validato da persone autorevoli, dall’altra ci sono persone che stanno demolendo il mio lavoro con la calunnia e la diffamazione. Una tale dottoressa (di tutt’altro settore), che non ha mai esaminato un campione patologico, che non è mai stata al letto di morte di un soldato, che non ha mai consolato una madre che ha perso il figlio, scrive agli editori di riviste scientifiche che hanno accettato i miei lavori dopo parere favorevole dei referee, scrive alla comunità Europea chiedendo di non accettare più i miei articoli, e di chiudere i miei progetti europei che condivido con partner eccellenti europei. Questa scrive a miei amici, a miei parenti, a uffici governativi, mettendo il seme del dubbio sulla validità del mio operato, come se lei fosse la portatrice della verità. Io questa persona non l’ho mai incontrata né ho mai avuto alcun tipo di rapporto con lei, ma come si spiega che questa possiede un mio indirizzario personale? Ci sarà correlazione con lo scassinamento della mia scrivania personale all’Università o con il disinserimento dell’allarme antifurto in laboratorio? Lei sta lì a tavolino, nascosta nel suo studio universitario, nascosta da pseudonimi, ad inveire, calunniare su chi lavora in prima linea, a diffamare chi non conosce e che non le ha mai fatto alcun male. Perché? L’odio, l’astio, l’acredine, la frustrazione che traspare dai suoi scritti, fanno pensare che questa persona sia priva di pietà per chi soffre e muore. I ragazzi non sarebbero mai stati risarciti col lavoro scientifico di questa signorina. Quello che mi spaventa è che questa persona insegna a studenti che devono essere formati. Che cosa insegnerà loro se non l’odio, l’acredine, l’astio?

Io preferisco lavorare per costruire un futuro migliore ai nostri figli ed insegnare loro la pietà.


Pubblico integralmente questo articolo. Ricordo, se non altro per evitare ai soliti personaggi il disturbo d’inventare nuove calunnie, che la dott.ssa Gatti (mia moglie) presta da due legislature la sua opera presso la Commissione che si occupa delle malattie dei militari non solo a titolo gratuito ma a sue (nostre) spese. Chiunque è libero di fare altrettanto. Ricordo pure che, grazie anche al suo lavoro, l'Italia è oggi l'unico paese al mondo a fare tanto. Nessuno chiede una parola di ringraziamento. Sarebbe sufficiente il rispetto. (Stefano Montanari)